Scritto alle 11:13:14 Europe/Rome nella Politiche e Regole delle TLC | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Le frequenze "basse" sono un tema che prima o poi dovremmo affrontare anche in Italia. Ho personalmente ricordato il tema in varie occasioni ai funzionari dell'AGCOM che ho avuto il piacere di conoscere. L'attuale obiettivo bucolico delle gare WiMax per il digital divide, ha l'effetto si di democratizzare l'accesso a Internet (spendendo i soldi pubblici) ma non quello di rilanciare un Urbanesimo Digitale, capace di creare le condizioni per lo sviluppo di sevizi estremamente innovativi.Il WiMax a 700 MHz o dintorni (frequenze televisive che verrebbero liberate dalla digitalizzazione della TV) avrebbe caratteristiche straordinarie doti di copertura all'interno degli edifici e altrettanto ottime caratteristiche di mobilità, Sicuramente non sarebbero contenti gli operatori che si sono dissanguati per le licenze UMTS. Ciò non giustifica pero il disinteresse per il tema (se parla molto poco anche nella blogsfera)
The first thing you have to understand is that this frequency represents a much broader range for wireless transmission than any we're seeing in wide use right now. The 700MHz spectrum penetrates buildings, is available in rural areas, and covers all 50 states in the good old US of A -- there's a reason why industry pundits are calling it "beachfront wireless property." The soon-to-be-vacated bands could be a gold mine to whoever owns them, and a blessing to consumers in America. Imagine having continuous, unrestricted access to high-speed data and voice connections wherever you drove in your car, in whatever building you went into, and just about anywhere else you could think of. Sounds sweet, right? Well not so fast. [From Open access: everything you wanted to know but were afraid to ask - Engadget]
Scritto alle 9:07:49 Europe/Rome nella Politiche e Regole delle TLC, Wireless & Mobile | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Un interessantissimo articolo per chi si interessa di problematiche legate all'opportunità di implementare Deep Packet Inspection per il filtraggio, tra l'altro, di contenuti che violano il Copyrigth e che hanno scatenato il dissenso pressoché unanime della blogsfera. L'articolo spiega come AT&T, attuando di fatto una simile politica, si esporrebbe ad una "rinuncia" alla liberatoria concessa agli operatori dal congresso (e costata milioni di dollari in lobbing) che non sono considerati responsabili della natura dei dati che transitano sulle loro reti (cosa per la quale ritengo dovrebbe essere stato sufficiente il buon senso). L'autore si chiede quale sia il reale vantaggio per AT&T di procedere per una strada così rischiosa, che potrebbe regalare clienti agli operatori di cavo (e dopo l'esperienza di Sprint Nextel con il record di churn che e costato la testa a mezza azienda ci dovrebbero andare piano....).
AT&T's new strategy reverses that position and exposes it to so much potential liability that adopting it would arguably violate AT&T's fiduciary duty to its shareholders. Today, in its daily Internet operations, AT&T is shielded by a federal law that provides a powerful immunity to copyright infringement. The Bells know the law well: They wrote and pushed it through Congress in 1998, collectively spending six years and millions of dollars in lobbying fees to make sure there would be no liability for "Transitory Digital Network Communications"—content AT&T carries over the Internet. And that's why the recording industry sued Napster and Grokster, not AT&T or Verizon, when the great music wars began in the early 2000s. [From Why does AT&T want to know what you're downloading? - By Tim Wu - Slate Magazine]
[via WIred Blog]
Scritto alle 1:50:47 Europe/Rome nella Politiche e Regole delle TLC | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Non pensavo avrei visto il giorno nel quale gli eredi di Perry Mason arringassero la corte su cosa sia un indirizzo IP.
I due post che seguono (raccomando la lettura del primo di cui riporto un breve stralcio) mettono in evidenza la possibilità che si arrivi a conclusioni differenti tra USA e EU sulla spinosa questione della attribuibilità dell'indirizzo IP ad una persona. La difesa della persona accusata dalla RIAA (dalle case discografiche) di aver condiviso illegalmente contenuti in rete tramite KaZaa, sostiene che un indirizzo IP identifichi un apparato (in questo caso un Home Gateway) e non una persona. La questione è dedicata, perché l'accettazione di questo principio implicherebbe la non diretta imputabilità di un reato all'intestatario di un indirizzo IP, cosa che, al contrario sembra sia la dottrina accettata dall'Unione Europea.
According to the amended complaint, "Plaintiffs identified an individual using on the P2P network KaZaA at IP address 67.9.63.16 2005-10-29 on October 29, 2005 at 03:22:51 distributing 361 audio files over the Internet." But Jacobson testified that SafeNet, the RIAA's investigator, is incapable of identifying an individual.
Here's the relevant testimony from Thomas' attorneys' cross-examination.
Q. Are you aware of any evidence of anything that would point to [Defendant] personally having done something as opposed to any other person?
MR. GABRIEL: Objection to the form. Lack of foundation.
A. I have examined evidence that shows 12 that the computer registered to the IP address 13 belonging to [Defendant] was used to share copyrighted material.
Q. But other than that, other than the fact that the computer was used, as you say, is there any evidence to show what natural person, what individual was the one who actually did it?
A. No. Luck also includes testimony from one of Jacobson's depositions.
Q. The IP address alone would not tell you that, would it?
A. Would not tell you what? Q. What individual was sharing files.
A. By "individual" do you mean flesh-and-blood person?
Q. Yes.
A. The IP address tells you the identity of the computer.
Q. It actually doesn't tell you the identity of the computer. It tells you the identity of the device.
A. That's correct... The IP address delivers to a device or location.
Q. But not a person?
A. That's correct.
Luck argues that, at best, the labels have "identified an internet location where infringing activity" took place, which he compares to identifying a defendant by means of a street address. Of course, once it is in possession of an IP address, the RIAA files a John Doe lawsuit and then obtains an ex parte subpoena to discover the name and address of the person who was assigned that IP address. (And sometimes, that person played no role whatsoever in the alleged infringement.) But the complaints used by the RIAA don't reflect that. The RIAA's investigators didn't identify an individual in Atlantic v. Njuguna, as the complaint says, merely the IP address of a piece of Internet-facing hardware like a cable or DSL modem. They may also be able to get the IP address of the device directly connected to the hardware, which could be a PC, laptop, wireless router, or something else. Either way, it's not an individual, and the RIAA's lack of precision in its complaints is troubling. [From P2P defendant: RIAA identified an IP address, not a person]
Could IP addresses soon be considered "personal information" in Europe? The question was discussed yesterday at a hearing before the European Parliament's Civil Liberties Committee, where European data protection authorities and privacy advocates backed the idea. Google, not surprisingly, wasn't as thrilled. [From IP addresses could become "personal information" in Europe]
Scritto alle 13:22:31 Europe/Rome nella Politiche e Regole delle TLC | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Se sarà realizzato nei termini esposti nell'articolo, senza le mezze misure dell'approccio inglese di Open Reach, sicuramente il sistema delle TLC Italiano non rimarrebbe in mezzo al guado. Molto ancora da capire e definire, non il fatto che si dovrà trovare il modo rilanciare il mercato dei servizi e dei contenuti, stimolando la nascita di un ecosistema italiano (sfruttando anche la nostra precoce esperienza con il mobile) che sia in grado di conquistare i mercati mondiale man mano che la separazione, che personalmente ritengo inevitabile a medio lungo, si propagherà globalmente.
Scorporo della rete entro l’anno. Anzi, se nulla dovesse mettersi di traverso, addirittura entro l’estate. Ma non solo uno scorporo operativo: più probabilmente ancora, una vera e propria separazione societaria. [From Repubblica.it » Affari e Finanza » Telecom, cura Bernabe' la rete sara' separata e sbarchera' in Borsa]
[via Quinta's Weblog]
Scritto alle 12:18:01 Europe/Rome nella Politiche e Regole delle TLC | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Perlomeno curioso. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i comuni italiani che le stanno realizzando...
Dublin leaders stopped a plan to cover the Irish city with a free WiFi cloud, in part because European Union regulations seemed to prohibit it, “contrary to EU law on state aid.” (Note, too, that the plan was also terminated because, as with most of the USA experience, it didn’t pay for itself) (via BoingBoing) [From EU regulations against free urban WiFi clouds?]
Scritto alle 23:28:30 Europe/Rome nella Politiche e Regole delle TLC, WiFi, Wireless & Mobile | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Alfonso Fuggetta sulla neutralità di rete. Un intervista che ripercorre in modo chiaro le problematice della Net Neutrality.
Link: Alfonso Fuggetta: la neutralità della rete (quasi) perduta.
Come si risolve il problema?
Deve esserci una separazione tra chi trasporta i dati e chi eroga i servizi.
Favorevole alla scorporo della rete fissa dunque, di cui Agcom e i nuovi vertici Telecom stanno discutendo?
Favorevole.
Scorporo funzionale o societario?
Da una cosa segue l'altra. Lo scorporo funzionale non ha molto significato sul lungo periodo. Solo se la società che gestirà la rete sarà distinta dall'ex monopolista si avrà la possibilità da parte di più soggetti, anche pubblici, di investire nell'infrastruttura, altrimenti le risorse sono quelle limitate di oggi.Se internet non fosse stata neutrale dalla sua nascita, o se non lo fosse più d'ora innanzi, cosa ci saremmo persi?
Non avremmo Google, Skype, Facebook, Kazaa e via discorrendo. Ma questa non è una mia opinione: basta prendere la storia del web e andare a cercare quante innovazioni sono state sviluppate dagli operatori telefonici. Twitter, Google e le altre nuove realtà del web non c'entrano nulla con gli operatori. L'innovazione sul web nasce dai ricercatori e dagli utenti qualificati che, sfruttando le capacità di trasporto del network, inventano soluzioni nuove per tutti.
Mi permetto di aggiungere che il problema della Net Neutrality non è solo una tematica dai risvolti "etici" è anche una scelta di strategia economica e di sviluppo. L'integrazione verticale degli operatori (trasporto + servizi) ha delle valenze di mercato e di sviluppo completamente diverse da quelle della separazione dei mercati in "mercato del packet delivery" e "mercato dei servizi". I due mercati rispondono a necessità e a dinamiche finanziarie quasi antitetiche...
[via Quinta's Weblog]
Scritto alle 19:13:33 Europe/Rome nella Internet, Politiche e Regole delle TLC, Web | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
No ho nulla in contrario a che si filtri quello che si vuole... ma deve essere dichiarato. Un prodotto di connettività deve esplicitamente dichiarare ciò che fa con i pay load dei pacchetti del cliente. Finche le Autorità non si pronunceranno sulla natura dei servizi IP e quale sia il nome del servizio che permetta il trasporto inalterato (l'equivalente in termini di privatezza e libertà di espressione della Posta per intenderci, che è difesa dalla Costituzione), i servizi di trasporto IP dovrebbero essere trasparenti sulle applicazioni sulle quali non sono trasparenti.
Ma le Poste possono non consegnare un plico all'interno del quale viaggia un CD pirata?
Link: AT&T considers filtering for pirated content | Tech news blog - CNET News.com.
AT&T is considering using filtering technology to stop pirated content from traversing its network, according to a New York Times blog posted from the Consumer Electronics Show in Las Vegas.
According to the blog, James Cicconi, senior vice president, external and legal affairs for AT&T, said during a panel discussion Tuesday about digital piracy that the carrier is already discussing the possibility of using filtering technology with content companies like NBC Universal.
James Cicconi"We are very interested in a technology-based solution, and we think a network-based solution is the optimal way to approach this," Cicconi said in the New York Times blog. "We recognize we are not there yet but there are a lot of promising technologies."
Filtering is already used on sites like YouTube and Microsoft's Soapbox to keep copyrighted videos from being shared illegally. But using this kind of technology on a much wider scale at the network level is controversial and has stirred up protest from some consumer groups.
A firestorm of protest ignited last year when cable operator Comcast was accused of filtering BitTorrent traffic. The company denied it was filtering traffic, but later admitted it "shapes" traffic to ensure that its network is not overwhelmed. Federal Communications Chairman Kevin Martin said Tuesday that an investigation will be launched to see if Comcast has violated any of the agency's policies.
Scritto alle 16:27:27 Europe/Rome nella Politiche e Regole delle TLC | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Tag: Net Neutrality, Piracy
Commenti di Stefano Quintarelli sulla regolamentazione dell'accesso bitstream.
Link: Bitstream: commento ai prezzi.
Beh, la rivoluzione non c'e' stata, e su Nova di oggi, che ho letto in metro', c'era un articolo in cui dall'AGCOM dicono che verranno rivisti a breve.
SULL'ORIENTAMENTO ALLE MIGLIORI PRATICHE EUROPEE
Per tenere conto della best practice europea hanno incluso paesi che hanno *deliberato* di andare al "cost plus" ma non hanno ancora fatto gli studi relativi sui prezzi... come dire quelli hanno detto che useranno il metodo A come dobbiamo fare noi e noi li consideriamo, anche se i loro prezzi sono ancora con il metodo B.
Scritto alle 13:04:14 Europe/Rome nella Politiche e Regole delle TLC | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Tag: bitstream
Link: About.
Should Internet Service Providers continue to drive the same “neutral” course, giving all search requests and other uses of the Net equal treatment? Absent legislation, will these ISP’s create Internet “toll roads,” giving preference to certain types of information? It is these types of questions that are at the heart of the debate on Net Neutrality.
Scritto alle 0:57:00 Europe/Rome nella Politiche e Regole delle TLC | Permalink | Commenti (0) | TrackBack (0)
Tag: COnferences, Network Neutrality