Alessandro Stagni's Weblog

NGN ≠ the Internet, and never will

Riporto così, senza molti commenti questo post di Brough Turner. Una specie di promemoria, su cosa è veramente Internet. Ed ha funzionato perché è così, tanto diversa da come vorrebbero che fosse.

I see and hear a lot of confusion about next generation networks (NGN). In most cases people are using the term roughly as the ITU-T defines it:

A Next Generation Network (NGN) is a packet-based network able to provide services including Telecommunication Services and able to make use of multiple broadband, QoS-enabled transport technologies and in which service-related functions are independent from underlying transport-related technologies.

but many people don't realize how little this has to do with the Internet.

The Internet is a "network of networks" that includes millions of smaller domestic, academic, business, and government networks interconnected using IP. It is a hierarchy because there is a backbone of ~28,000 autonomous systems (ASs)

which exchange IP packets using routes established by Border Gateway Protocol (BGP). [From NGN ≠ the Internet, and never will]

Internet, QoS

Internet come bisogno di base (We the people...)

Internet meno cara dell'acqua. Un ipotesi utopistica, demagogica o geniale?

A Silicon Valley Democrat in the U.S. Congress is proposing a new auction of unused radio spectrum, but with some ambitious strings attached: The winner would have to offer a free, wireless broadband network that reaches 95 percent of the American population within a decade. [From Politicos want free wireless broadband on unused airwaves | Tech news blog - CNET News.com]

Free, Internet

Rete e libertà

Ho postato il seguente commento sul Blog di Stefano Quintarelli in una coda di repliche molto interessanti.

Permettetemi una valutazione controcorrente visto che ho maturato idee differenti da quelle che avevo qualche tempo fa. Vi immaginate cosa ne sarebbe del tema se dato in pasto ad una campagna elettorale? Quello della rete in fibra è un tema trasversale che deve attraversare più legislature, serve un progetto sereno... Magari tenere il tema fuori dalla demagogia pre-elettorale aiuterà ad affrontarlo con più cognizione di causa. Scusatemi ma la gente non è preparata ad affrontare il tema se non gli viene spiegato con serenità (vi ricordate il nucleare?) e forse nemmeno allora. E poi la rete in fibra tocca troppi interessi e non credo ci sia chiarezza su quali siano le conseguenze per la configurazione attuale dell'economia dell'informazione. Ma quello che deve essere chiaro alla "gente" è che nuove tecnologie significano nuovi concetti di Libertà. E su questo dobbiamo tutti vegliare.

[From Quinta 's weblog : Il Blog di Stefano Quintarelli: La politica si occupi della nuova rete. La fibra sorride al Prof. Scarpa]

Riprendo un tema a me caro, quello dei diritti costituzionali dell'era digitale. In un arena nella quale non si è ben compreso quale sarà il reale impatto delle nuove tecnologie (web + fibra + wireless) sul tessuto sociale e sui comportamenti collettivi, appare fondamentale pensare anche a come dovranno esprimersi i diritti dei cittadini. Il concetto di libertà si è trasformato nel tempo e dovrà trovare il modo di esprimersi e di essere tutelato anche nel prossimo futuro. A strumenti potenti di estensione della nostra capacità di informarci, comunicare e comprendere, corrispondono strumenti altrettanto potenti per manipolare o limitare gli individui.

Il vero problema politico non è tanto nella capacità dell'infrastruttura, ma nella definizione delle regole civili che la governano, e c'è molto ancora da fare e da far comprendere sulla gestione dei dati personali, sul filtraggio dell'informazione, sul diritti dei autore, sulla riservatezza delle comunicazioni, su cosa significhi realmente accesso ad internet....

Cosituzione, DPI, Freedom, Internet, Internet

Serrata dei negozi on line

E Bay aumenta le commissione ed i negozi "on line" fanno sciopero. Finalmente! Questa è economia reale, siamo usciti dalla bolla!

EBay is pretty tight-lipped about its auction business. The company doesn't make listings data publicly available, so there isn't a definitive way of knowing whether the sellers boycott -- which began on Monday -- is having any sort of impact on the company's core auction business. Anecdotally, we know that hundreds, if not thousands, of sellers threatened to close up shop, which potentially spells trouble for the company. "They raised fees and now I've closed my store," says John Woodall, a longtime eBay seller of vintage computers and computer parts. "I've been on the site since 1997, and now I'm transferring my stuff to my own web site and to onlineauction.com. Last night I had a $1,700 sale, and eBay didn't get a taste of it." [From EBay Boycott: 3 Days Down, 4 to Go, and Little Effect]

Internet, e-Bay, e-Commerce

Frullatori e fotocopiatrici

Internet una fotocopiatrice? Forse una delle sue funzioni è quella di sostituire la distribuzione dei contenuti stampati. Ma è limitativo. Internet è il più grande strumento di emancipazione e di libertà di conoscenza che l'evoluzione umana abbia sintetizzato. Libertà di copiare e distribuire, ma anche di commentare, emendare, trasformare, mentire. Il tutto a costi ridicolmente contenuti. Non frammenta i contenuti, ma crea relazioni logiche tra contenuti, meta contenuti e meta-meta contenuti (ed in questo senso non è un frullatore). Sicuramente l'informazione in rete tenderà a essere gestita per pacchetti di parole e immagini molto più "portatili" di quelli che hanno caratterizzato i media tradizionali. SI attiva un processo di destrutturazione dell'informazione che renda più agevole la scomponibilità del flusso informativo e la creazione di relazioni con la meta-informazione. In sintesi internet non è ne una fotocopiatrice ne un frullatore, ma un infinito libro dei segni (una sorta di Libro de Arena) generatore di relazioni semiotiche, in cui un contenuto diventa simbolo di un altro contenuto.

The internet is a copy machine. At its most foundational level, it copies every action, every character, every thought we make while we ride upon it. In order to send a message from one corner of the internet to another, the protocols of communication demand that the whole message be copied along the way several times. IT companies make a lot of money selling equipment that facilitates this ceaseless copying. Every bit of data ever produced on any computer is copied somewhere. The digital economy is thus run on a river of copies. Unlike the mass-produced reproductions of the machine age, these copies are not just cheap, they are free. [From Kevin Kelly -- The Technium]

Metaphors, Internet

verso il Blog universale?

Stefano Q. ci riferisce che (fonte Technorati) nel mondo vengono creati 120.000 blog ogni giorno.

Oggi sono stato a Udine a STATEoftheNET. Ho partecipato a una tavola rotonda con David Sifry, (il fondatore di Technorati) che ha raccontato che ogni giorno ci sono 120.000 nuovi blog, ovvero 44 miloni di blog nuovi nell'anno.

[From Quinta 's weblog : Il Blog di Stefano Quintarelli]

Normale, anzi auspicabile. Ogni cittadino della terra può essere elemento della nuova matrice mediatica, dove l'informazione si trasforma propagandosi, riflettendosi in un media anisotropo che ne ruota le polarizzazioni, una Long Tali lunga come l'umanità (e per chi non ci credesse che legga il blog di Rebecca... si inizia a bloggare seriamente molto presto...).

CORRIERE DELLA SERA.it - Blog - Vitadigitale

MI segnala il mio amico Andrea F. questo post.:

Mi segnala un collega del Corriere del Mezzogiorno che questa mattina è andato in pensione superanticipata il portale Italia.it, inaugurato dal vicepremier Francesco Rutelli poco più di un anno fa e costato la spaventosa cifra di 45 milioni di euro.

[From CORRIERE DELLA SERA.it - Blog - Vitadigitale]

A nessuno mancherà il "cetriolone verde" logo del sito, ma mi chiedo quante attività di viluppo serio per il Web italiane si sarebbero potute finanziare con quei soldi. E dire che Google è stata fondata con un finanziamento di 100000$ (centomila). Spero che il Signor Ministro F. Rutelli si senta in dovere di postare su YouTube un video di scuse (in italiano possibilmente) rivolto ai contribuenti di questo paese.

society, Politic, Websites

IPhone scatena il mobile browsing

Gli utenti di iPhone (il 2% del totale degli Smart Phone) da soli fanno più o meno lo stesso traffico di accesso ad internet di quelli che usano Symbian (il 63%). L'articolo ne trae le conclusione che il motivo principale sia da attribuire alla rivoluzionaria usabilità dell'interfaccia utente,

D'accordo (anche se il mio amico Michele non si è espresso in modo molto critico sul tema nel commento al post precedente) ma non dimentichiamo che:

• è mia impressione che molti utenti con lo Smart Phone Nokia non sappiano di averne uno o non hanno interesse ad usarlo come tale (lo percepiscono come agenda elettronica con la gestione degli SMS),

• I clienti di Apple sono una comunità specifica, una scrematura del mercato potenziale delle persone interessate all'uso della tecnologia web.

The data is striking because the iPhone, an Apple product, accounts for just 2 percent of smartphones worldwide, according to IDC, a market research firm. Phones powered by Symbian make up 63 percent of the worldwide smartphone market, while those powered by Microsoft’s Windows Mobile have 11 percent and those running the BlackBerry system have 10 percent. The iPhone has taken the frustration out of browsing on a mobile phone, said Charles Wolf, an analyst with Needham & Company. Other companies confirmed the trends, if not the specific data, observed by Google. Yahoo, for instance, said iPhones accounted for a disproportionate amount of its mobile traffic. And AdMob, a firm that shows billions of ads on mobile Web sites every month, said it saw traffic from iPhones surge drastically around Christmas. “Consumers are going to demand Internet browsers” as good as Apple’s, said Vic Gundotra, a Google vice president who oversees mobile products. [From Google Sees Surge in iPhone Traffic - New York Times]

[via Alfonso Fuggetta]

Apple, Google, Mobile Telephony, Nokia, Symbian, iPhone, Yahoo

Alfonso Fuggetta: la neutralità della rete (quasi) perduta

Alfonso Fuggetta sulla neutralità di rete. Un intervista che ripercorre in modo chiaro le problematice della Net Neutrality.

Link: Alfonso Fuggetta: la neutralità della rete (quasi) perduta.

Come si risolve il problema?

Deve esserci una separazione tra chi trasporta i dati e chi eroga i servizi.

Favorevole alla scorporo della rete fissa dunque, di cui Agcom e i nuovi vertici Telecom stanno discutendo?

Favorevole.

Scorporo funzionale o societario?

Da una cosa segue l'altra. Lo scorporo funzionale non ha molto significato sul lungo periodo. Solo se la società che gestirà la rete sarà distinta dall'ex monopolista si avrà la possibilità da parte di più soggetti, anche pubblici, di investire nell'infrastruttura, altrimenti le risorse sono quelle limitate di oggi.

Se internet non fosse stata neutrale dalla sua nascita, o se non lo fosse più d'ora innanzi, cosa ci saremmo persi?

Non avremmo Google, Skype, Facebook, Kazaa e via discorrendo. Ma questa non è una mia opinione: basta prendere la storia del web e andare a cercare quante innovazioni sono state sviluppate dagli operatori telefonici. Twitter, Google e le altre nuove realtà del web non c'entrano nulla con gli operatori. L'innovazione sul web nasce dai ricercatori e dagli utenti qualificati che, sfruttando le capacità di trasporto del network, inventano soluzioni nuove per tutti.

Mi permetto di aggiungere che il problema della Net Neutrality non è solo una tematica dai risvolti "etici" è anche una scelta di strategia economica e di sviluppo. L'integrazione verticale degli operatori (trasporto + servizi) ha delle valenze di mercato e di sviluppo completamente diverse da quelle della separazione dei mercati in "mercato del packet delivery" e "mercato dei servizi". I due mercati rispondono a necessità e a dinamiche finanziarie quasi antitetiche...

[via Quinta's Weblog]

FCC Eyes Comcast's P2P Policies | PwC CommunicationsDirectNews.com

Mi sembra una notizia di una certa rilevanza. Ritengo che le operazioni di filtraggio operata su servizi di accesso a Internet e che discriminino le prestazioni in base al contenuto del payload IP (che ricordo è generato dal cliente), debbano essere esplicitamente dichiarate dagli operatori. In tal modo sarebbe possibile confrontare il rapporto prezzo/prestazione del servizio.

Link: FCC Eyes Comcast's P2P Policies | PwC CommunicationsDirectNews.com.

Kevin Martin said yesterday at the Consumer Electronics Show (CES) that the FCC would investigate complaints that the cable company actively blocks certain types of peer-to-peer (P2P) traffic running across its network: "We're going to investigate and make sure that no consumer is being blocked from a particular type of access in a discriminatory way."