Alessandro Stagni's Weblog

Sarà il 2008 l'anno della "Unified Communication"?

Nel mare magnum delle previsioni per l'anno nuovo segnalo (per il momento) queste pubblicate dal .NET Developers' Journal.

Where's AJAX, SOA and Virtualization Headed in 2008? — 2007 was the undoubtedly the year of Social Networking, but what of 2008? Will '08 be the year of 'Unified Communications' or the year when CMS comes to stand for 'Community Management System' - or even 'Collaboration Management System'? Or will it be the year of a giga-merger, to beat the mere mega-mergers of 2007? As usual at the end of each year, SYS-CON has been informally polling its globe-girdling network of software developers, industry executives, commentators, investors, writers, and editors. As always, the range and depth of their answers is fascinating, throwing light not just on where the industry is going but also how it's going to get there, why, because of who, within what kind of time-scale. Enjoy!

Vi evidenzio tra i punti quasi tutti di interesse i seguenti:

Disparity between bandwidth haves and have-nots will grow. Net neutrality will take an even worse beating in 2008 than 2007.
JOSHUA ALLEN
Microsoft Senior Evangelist

There will be massive, newsworthy, churn in the social-networking space, as Facebook creaks under the strain of its own size and growth, and nimbler competitors find chinks in its armor.
TIM BRAY
Director of Web Technologies, Sun

Anything can be a web service.
Everything is a business process.
DR ADAM KOLAWA
CEO & Co-Founder, Parasoft

The next quantum leap in computing will be in the area of annotating information with additional meaning, i.e. semantics. Tim Berners-Lee saw this in 1999 when he wrote about The Semantic Web. The idea is that if you augment data with additional information that allows a computer to determine what it actually means, you will be able to do more with that data, and be able to take more human processing out of the loop.
BILL ROTH
Vice-President, BEA

Social networking bubble will burst. Hopefully this will thin the herd and get rid of the annoying Web 2.0 detritus clogging the way for the real innovators.
KEVIN HOFFMAN
Editor-in-Chief, iPhone Developer's Journal

Software development will change to a wider use of code generators. Forget about heavy frameworks, regardless of what programming language you use. In a simple case, use some XML style sheets combined with the metadata that describes your application objects to automatically generate the code for these objects. On a larger scale, the entire application may be described using metadata and XML, and an appropriate code generator will do the job. So programming will change from writing tedious code that requires lots of coders to describing the metadata and writing custom code generators.
YAKOV FAIN
Editor-in-chief of Flex Developer's Journal

Vote for the Sexiest Geeks of 2007

Beh il mito dei secchioni brufolosi e bruttini comincia a vacillare...
Link: Vote for the Sexiest Geeks of 2007 .

Il potere di un Brand

In questo video 5000 loghi della Web Economy in 333 secondi. Il tema della riconoscibilità dei brand (già affrontato in questo post) e perlomeno stimolate per chi si interessa di comunicaizone. Ciò che mi ha meravigliato è che, nonostante ogni logo permanga una frazione di secondo, sono riuscito a riconoscerne molti in un mare di sovrapposizioni sfumate di colori e lettere. I loghi conosciuti emergono dall'indistinto il cervello gli individua e gli associa l'immagine memorizzata ....

[via Scatto Design]

Quinta 's weblog : Il Blog di Stefano Quintarelli: Ma la coda lunga è magra o grassa ?

Acuta osservazione di Stefano Quintarelii (fonte inesauribile di spunti ) sulla rimunerazione dei contenuti auto prodotti. In un post dal titolo Quinta 's weblog : Il Blog di Stefano Quintarelli: Ma la coda lunga è magra o grassa ? mette in evidenza come un tal Perez Hilton abbia conseguito retribuzioni irrisorie dal successo dei suoi filmati su YouTube (a giudicare dalla natura del blog non gli avrei dato neppure quelli...)
Analizzimo il tutto dal punto di vista della domanda e dell'offerta. Quante persone avrebbero visto il suo video su youtube se avesse preteso di quadagnare $ 25.000.000 (ovvero 1$ per download come fa iTune? Forse nessuno o forse ha sbagliato strategia di marketing... avrebbe potuto provare a venderlo ma con quali costi di acquisizione del cliente? Quelli che si sobbarca YouTube per intenderci...)
Vedo due fattori dominanti in questo scenario.

Non si può fare denaro su una risorsa abbondante a patto di venderne quantità infinite (e di video alternativi, a parità di dose di intrattenimento c'è ne una quantità infinita altrettanto attraente prodotta in gran parte da individui che non aspirano ad una retribuzione monetaria ma che realizzano un bisogno di creatività insito nella natura umana).

il signor Perez Hilton è stato retribuito con un valore che è più difficile da monetizzare ma importante, ovvero la fama e la reputazione (potrebbe cominciare a fare conferenze e a firmare libri (la sua presenza presso il pubblico è una risorsa scarsa).

Ne ricavo che, perché esista la coda veramente lunga, devono esistere creatori di contenuti che non pretendano la monetizzazione diretta dell'opera, e che per arrivare a rendere economicamente attraente il business monetizzabile direttamente si deve assumere una posizione di intermediazione (come aggregatore o motore di promozione e di ricerca) che permetta di vendere grandissime quantità di contenuti (iTune chiuderà l'anno con circa 1,5 miliardi di canzoni vendute e Apple usa iTune soprattutto per vendere in bundle gli iPod e contenere il churn creando comunità intorno al Brand).
Il tema è trattato anche nel mio post "sprecare è giusto" e nello speech di Chris Anderson al quale fa riferimento.

Communities Dominate Brands: Pepsi hands out one billion songs in 2008

A billion songs? To put it in context, iTunes sold about 1.5 billion songs in 2007, so this is very big.

Link: Communities Dominate Brands: Pepsi hands out one billion songs in 2008.

Top of the Swaps: P2P's Most-Traded Movies, TV and Songs of 2007

With Hollywood sweating over piracy and record labels crying over losses, activity on peer-to-peer file-sharing networks has emerged as the most reliable barometer for determining what's hot and what's not among the most tech-savvy media consumers.

Link: Top of the Swaps: P2P's Most-Traded Movies, TV and Songs of 2007 .

Anche Warner toglie la protezione alla propria musica digitale

Dopo EMI tocca a Warner. Contenuti denza DRM. Che sia l'inizio di una reazione a catena?
Le conclusioni di Macworld sono che:

Anche Warner toglie la protezione alla propria musica digitale via kwout

Warner's Entire Digital Music Catalog For Sale on Amazon as MP3s | Listening Post from Wired.com via kwout

Links:
Anche Warner toglie la protezione alla propria musica digitale,
Warner's Entire Digital Music Catalog For Sale on Amazon as MP3s

Sta per iniziare l'era degli schermi Oled

Se i costi di sviluppo, come prevedibile, scenderanno e si potranno avere schermi a basso costo (diciamo tra i 100 ed 500 €) e grandi dimensioni, cambierà profondamente la struttura "mediatica" delle nostre case. Immagino schermi al posto dei quadri e dei poster. Non più due televisori per appartamento ma 5 o 10 o più schermi per tutta casa (bagno compreso). Il mercato dell'arte potrebbe cambiare radicalmente....

Samsung's 40-inch OLED TV: pics - Engadget via kwout

Links:
Samsung announces 'largest ever' organic LED display
Sta per iniziare l'era degli schermi Oled.

Un altro brevetto Apple: comprare senza code

Forse presto diremo addio al bigliettino con il numero al supermercato....

Links:
Un altro brevetto Apple: comprare senza code,
Apple patent app covers wireless purchasing beyond Starbucks,
Apple Tries To Patent A Way to Avoid Long Lines.

Una generazione di "Supercomunicatori"

Pew Internet & American Life Project via kwout

Si parla molto del rapporto tra nuove generazioni e nuovi mezzi di comunicazione, di "digital natives", e dell'impatto che le opportunità  di comunicazione digitale hanno ed avranno sul tessuto sociale dei prossimi 10 anni, quando i teenager di oggi saranno inseriti nel sistema produttivo. E' difficile riuscire a sfrondare di tutte le sedimentazioni faziose e/o demagogiche che, sull'uso di Internet da parte dei giovani, fanno gli organi di comunicazione tradizionali che cercano di far corrispondere nuovi fenomeni emergenti su una morale ed un etica inadatta, un etica ed una morale che devono ancora evolvere per comprenderli. Personalmente amo i cambiamenti e quello che si profila all'orizzonte ai miei figli e insieme rivoluzionario ed eccitante. Un mondo di opportunità  basato sulla partecipazione alla definizione dell'universo informativo ella specie, con le sue valenze evolutive.
In questo panorama assume valenza rilevante questo studio della Internet & Amercan Life che mette in evidenza elementi risaputi ed altri, per me, inaspettati, ma con l'evidenza dei numeri. Nasce quindi una definizione che incontro per la prima volta quella dei supercomunicatori, il cui profilo è definito nella prima tabella del post.
La tabella riportata di seguito riassume i punti salienti del Report.


I giovani americani (suppongo che con le dovute particolarizzazioni l'analisi sia esportabile ad altre realtà  del mondo post-industriale) sono sempre più orientati a soddsfare i bisogni di creatività  utilizzando gli spazi messi a disposizione dei siti di Social Web.
Secondo il sopra citato studio il 93% dei teenagers sono on line e l'uso di internet si sta intensificando.
A Novembre del 2006 il 90% degli Americani tra i 12 ed 17 anni sono utenti di Internet (87% nel 2004, 73% nel 2000). Non solo sono di più ma usano internet più intensamente, il 34% più volte al giorno ed il 27% almeno una volta al giorno).
Ma la cosa più interessante e che i due terzi sono creatori di contenuti.

39% of online teens share their own artistic creations online, such as artwork, photos, stories, or videos, up from 33% in 2004.

33% create or work on webpages or blogs for others, including those for groups they belong to, friends, or school assignments – essentially the same number as reported this in 2004 (32%).

28% have created their own online journal or blog, up from 19% in 2004.

27% maintain their own personal webpage, up from 22% in 2004.

26% remix content they find online into their own creations, up from 19% in 2004.

Interessante il la demografia del "content creator, ed il fatto che dal fatto che la maggiorparte degli adolescenti prevalemtemente "blogger" vengono da famiglie con meno di 50.0000$ di reddito e che mediamente sono attivi socialmente anche "off-line", mentre quelli con famiglie con redditi oltre i 75.0000$ tendono ad essere lettori di blog. Inoltre emerge come le ragazze siano più attive dei maschi nel "postare" foto gestendone anche, con maggiore frequenza le restrizioni all'accesso.
Altro fatto, che sicuramente non meraviglia, ma che costituisce una conferma ad una certa differenzazione comportamentale (un "divide") tra i giovani e non solo e che chi ha maggior propensione alla creazione di contenuti ha una vita comunicativa più intensa.
Altri elementi interessanti che emergono dalla dettagliatissima analisi è , a parte uno scontato interesse per l'accesso i contenuti multimediali, il favore che ha l'instant messaging rispetto l'accesso alle chatroom.

[via Smart Mobs]